“Fino a 21 è Zero” è indirizzata ai giovani tra i 18 e 21 anni e ai neopatentati. Il messaggio ruota attorno alla grave violazione del codice della strada per quanto riguarda il tasso alcolemico. L’obiettivo è quello di esortare i giovani a non guidare in stato di ebbrezza e, tramite la campagna, si fa riferimento proprio al limite che non deve essere superato: zero. E’ quindi sottointeso, ma al tempo stesso evidente, che un neopatentato o un giovane che ha da poco conseguito l’idoneità di guida non può bere alcuna bevanda alcolica e poi mettersi alla guida.
La seconda delle cinque campagne di sensibilizzazione ha come focus il controllo del tasso alcolemico. Il messaggio, che mira ad essere diretto e incisivo, esorta il conducente a non rifiutare tale controllo e quindi evitare di dover rispondere come se avesse integrato la condotta più grave: tasso alcolemico eccedente la soglia di 1.5 grammi.
Per centrare l’obiettivo sopracitato, è stata scelta un’immagine di una conseguenza dovuta a un eventuale rifiuto a sottoporsi al test: il carcere. Una situazione, come evidenzia il Codice della Strada, realmente possibile e che mira a dare un senso di ‘chiusura’ e di un prezzo da pagare alto.
La terza delle cinque campagne di sensibilizzazione ha come focus l’assunzione di sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida. Il messaggio esorta il conducente a non farne uso. Con “neanche un tiro”, infatti, viene evidenziato che basta la minima assunzione della sostanza per risultare positivo al test anti-droga e rischiare sanzioni che vanno dalla multa all’arresto.
L’immagine, attraverso l’unione di causa (es. il fumo che avvolge la scena) e conseguenza (macchina incidentata), cercano di avvicinare l’osservatore alle sensazioni psicofisiche che si possono provare dopo l’assunzione di alcune di queste sostanze: annebbiamento della vista, disattenzione, riflessi ridotti.
La quarta delle cinque campagne di sensibilizzazione ha come focus il tema dell’omicidio stradale aggravato dall’assunzione di alcool e/o droghe da parte del conducente.
Il messaggio esorta il destinatario a non mettersi alla guida dopo aver fatto uso di stupefacenti o alcool ed evidenzia quello che probabilmente può essere definito come il caso più grave derivante da tale condotta: l’omicidio stradale. Con “è omicidio”, infatti, si vuole far riferimento al cambio sostanziale avvenuto anni fa in tema di omicidio stradale: prima della modifica del codice penale, la pena massima era di 5 anni (Art.163 C.P.). Oggi invece chi commette un reato stradale rischia pene molto più lunghe, “dagli otto ai dodici anni”, come specificato nelle immagini.
L’immagine cerca di veicolare il messaggio “conseguenza drammatica” visibile sotto forma di auto distrutta e vigile del fuoco intento ad intervenire.
La quinta ed ultima delle cinque campagne di sensibilizzazione del progetto Before Driving, ha come focus una delle azioni più evidenti di prevenzione dell’incidentalità stradale: il rifiuto.
Rifiuto che, nel caso specifico della campagna, fa riferimento al “No” che in molti casi può salvare una vita umana: il rifiuto, da parte del passeggero, di salire su un mezzo guidato da una persona in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti.
Secondo i dati ISTAT, il 15% dei decessi a seguito di incidente stradale è costituito dai passeggeri trasportati mentre il dato sale al 24% per quanto riguarda i feriti. Le immagini della campagna “Il No che ti salva la vita” ritraggono i due possibili epiloghi di una semplice scelta fatta da chi viene ‘accompagnato’. Una scelta che troppo spesso, per comodità o per eccessiva fiducia in chi guida, può costare la vita.