In ricordo di Antonio De Bernardis
Papà lavorava all’ECA (Ente Comunale di Assistenza), che tante famiglie ricorderanno per l’aiuto materiale che l’Ente dava loro in quegli anni Cinquanta che ancora risentivano dei disastri della guerra. Tra le tante cose c’era la distribuzione dei pacchi viveri e giocattoli, fatta a Natale, per le famiglie bisognose, i carcerati e i ricoverati in ospedale.
E i pacchi bisognava prepararli. Ricordo con piacere, anche se allora era una grande fatica, la catena di montaggio cui tutti i familiari degli impiegati (Papà, Giuseppe Testa, Cettino Papetti e Pietro Turriziani) partecipavano con un certo spirito di sacrificio. I compiti erano assegnati secondo le diverse “professionalità”: le donne erano addette al reparto viveri (pasta, zucchero, farina, ecc…); i grandi al reparto dolciumi e affini (cioccolato, caramelle, ecc…) e alla chiusura del pacco; a noi più piccoli spettava il reparto giocattoli, rigorosamente distinti in reparto “femmine” e “maschi”.
Era in parte un piacere e in parte un tormento vedersi passare tra le mani tanti giocattoli che poi non avremmo più rivisto: tutti tranne uno, quello che più ci piaceva, che rappresentava, insieme ad una tavoletta di cioccolato e un pacchetto di caramelle, il nostro piccolo stipendio.
E dire “piccolo” mi sembra oggi corretto, perché, credetemi, di pacchi se ne facevano veramente tanti.
Gabriele De Bernardis