Domenica 1 giugno 1947.
Fa caldo a Frosinone. Un sole estivo brilla come un diamante.
Il cuore batte forte in attesa del passaggio della carovana del Giro d’Italia, previsto intorno alle ore 14.
La città è in strada e aspetta i ciclisti che, partiti da Roma, viaggiano alla volta di Napoli sull’asse della strada statale Casilina. La vita è ricominciata dopo la desolazione della guerra e il Giro è simbolo e metafora di questa nuova vita che abbiamo di fronte. La corsa verso il traguardo della ricostruzione.
La fatica che non ci spaventa di muovere i pedali del lavoro e dei sacrifici. Non solo non ci spaventa ma ne siamo entusiasti pur con un velo di malinconia per i lutti e le distruzioni ancora impressi nei nostri cuori.
Il Giro è atteso da una città ferita dalla guerra, in cui le rovine giacciono come piaghe addosso alle strade rifatte proprio per l’occasione.
In centro, il contrasto è forte tra la strada che sembra un biliardo e i ruderi con accanto le macerie rimosse.
Una strada ben livellata e impeccabile ma in forte conflitto con tutto ciò che c’è intorno perché dovunque si posa lo sguardo non c’è nulla di perfetto tra case sventrate e cuori diroccati.
Qui non avranno problemi i corridori che, due giorni prima, avevano inscenato uno “sciopero” di cinque minuti per protestare contro il passaggio in strade troppo polverose.
Come in tutta Italia, anche a Frosinone la folla è divisa in due tenendo per Bartali o per Coppi. Una rivalità di fuoco che aumenta la calura, accende l’entusiasmo, rende splendido questo sport.
Dopo otto tappe, Bartali è in testa alla classifica e Coppi è secondo con più di due minuti da recuperare, che per uno come lui sono poco più di niente ma anche Gino non scherza. Che campioni! Tra poco, li vedremo con i nostri occhi.
Coppi e Bartali a Frosinone.
Bartali e Coppi: i grandi protagonisti! Qualcuno grida: Arriva il Giro d’Italia! Arrivano! Passano le steffette in motocicletta e, poi, il direttore di corsa su un’automobile scoperta. Provenienti da Ferentino, i ciclisti sfilano davanti a noi.
L’anziano Canavesi esce dal gruppo e va a vincere il premio posto alla salita di Frosinone in piazzale Vittorio Veneto. La Roma-Napoli era stata presentata come una tappa tranquilla e di recupero delle energie. Non sembra proprio.
Viaggiano come treni.
E sono in salita. Nelle posizioni di testa, Coppi ha l’occhio vivo e sembra appena partito procedendo a buon andatura ma senza fatica. Bartali è lì vicinissimo come un’ombra. Bartali e Coppi sono quasi attaccati e si marcano a vicenda come il miglior incontrista seguirebbe Valentino Mazzola del grande Torino, un altro simbolo della ricostruzione. La magia di un attimo fa scomparire il gruppo che sfila veloce verso l’alberata.
I ciclisti prendono velocità nella discese di via Marco Minghetti e via Roma quando, all’improvviso, si trovano davanti un inaspettato serpente di curve. Il gruppo si imbizzarisce, i freni ululano e si registrano alcune cadute in quel susseguirsi di curve strette. Cade Brotto, niente di grave. Cade e si ferisce De Stefanis.
Cade anche qualcun altro ma il gruppo riprende la corsa nel giro di pochi secondi. Sul traguardo volante, intanto, passano in ritardo Maggini, Generali e Landi tutti vittime di forature e tutti sotto pressione nella fase di recupero. Abbiamo visto Bartali, Coppi e tutti gli altri. Il Giro è passato a Frosinone e Frosinone in festa ha salutato il Giro.
La carovana ora scorre verso le rovine del Cassinate e attraverso lo strazio della città martire distrutta e dei paesi della battaglia. Qualche nube prova a coprire il sole quando incollati alla radio vogliamo sapere chi ha vinto la tappa che ha attraversato la nostra città. Una moltitudine di folla è scesa in strada formando una catena umana senza interruzioni da Aversa a Napoli. Il gruppo si ricompone prima della salita che porta all’ospedale quando Cottur prova lo scatto a pochi chilometri dal traguardo.
Coppi sta bevendo, getta via la bottiglietta, si incurva, supera Cottur e guadagna un centinaio di metri. Bartali, Leoni, Martini e qualcun altro rispondono all’azione del campionissimo. Coppi resiste ed entra per primo nella strada che porta allo stadio gremito all’inverosibile di una folla esultante per la vittoria del Napoli sull’Inter.
Sulla pista dello stadio, più che una volata si registra una serie di scatti e controscatti. Coppi aumenta ancora il ritmo, Bartali dà l’anima ma non lo può più raggiungere mentre avanza forte Leoni e Martini scavalca Cottur.
Vince Fausto Coppi pochi secondi prima dell’invasione di campo dei festanti sportivi partenopei. E’ passato il Giro d’Italia! E’ passato sulle nostre strade e sulle nostre anime. E’ passato sopre le rovine e sopra la desolazione.
E noi torniamo alle nostre occupazioni con maggiore speranza in un futuro da vivere lasciandosi alle spalle le miserie della guerra, allo stesso modo in cui i ciclisti si sono lasciati alle spalle la nostra città.
E’ passato il Giro d’Italia come una carezza su Frosinone!
di Luciano Renna