Ogni città ha un cuore pulsante ed il cuore pulsante di Frosinone batte al Giardino.
Là dove nessuno è anonimo, il luogo cioè dove ogni suo abitante si conosce e dove tutti solidarizzano, una peculiarità propria di un rione storico che, a differenza di altre realtà, nonostante le tradizioni antichissime che lo caratterizzano è tutt’altro che chiuso.
Ogni persona che entra nel quartiere, anche se viene da fuori, è accolto volentieri come se entrasse a far parte di un’unica famiglia.
Un quartiere che vive di passioni così come le varie iniziative organizzate durante l’anno testimoniano.
Come non citare il binomio perfetto tra il Giardino ed il Carnevale ciociaro; si entra nel rione per descriverne le caratteristiche e le sensazioni che trasmettono i vicoli, gli abitanti e i profumi del rione.
Il Giardino è una delle zone più antiche della città, delimitato da Piazza Garibaldi e da viale Roma a nord e da via Ferrarelli a sud.
Dal centro storico vi si accede attraverso la cosiddetta Porta Romana.
Ma da dove deriva tale singolare nome?
Il rione è stato denominato così in quanto sorge su un antico colle chiamato colle Giardino per i numerosi giardini e frutteti che lo coprivano quasi nelle sua totalità. Immaginiamo Frosinone come un primo colle che è a strapiombo sul fiume Cosa (ex zona Mattatoio). Siamo nei primi anni dell’Ottocento quando ancora non c’era l’Alberata e l’unica via d’accesso alla città era la strada che da Ponte della Fontana passava per la strada che costeggiava il Mattatoio.
L’ Alberata fu realizzata solo dopo e ha determinato la distruzione di numerosi giardini e frutteti che caratterizzavano il colle. Il nome Giardino compare già nelle cronache settecentesche e nel catasto gregoriano: comprendeva tutta la discesa di via Giordano Bruno, via la Forma (dietro piazza Garibaldi) fino al Mattatoio. Nei documenti storici Frosinone appare come una collina con cinque borghi: il Giardino, Belvedere e Santa Lucia, borgo San Salvatore (attuale Sant’Antonio), rione San Martino (zona piazza Risorgimento) e Santa Maria; dopo la fine del secondo conflitto mondiale, molte famiglie hanno abbandonato i rioni storici di Frosinone per trasferirsi nella parte bassa.
In pochi, invece, hanno lasciato il Giardino, rione popolare a differenza del rione nobile di Santa Maria, dove il legame con il quartiere era più forte e più sentito dalla popolazione.
E questo profondo senso di appartenenza al quartiere è rimasto pressoché inalterato in quanto il rione è concepito come un ‘unica grande famiglia con le caratteristiche proprie di una piccola realtà locale.
Tante le tradizioni del rione che si manifestano durante le varie occasioni nel corso dell’anno: alla vigilia della Befana si tiene la tradizionale serenata nei vicoli del quartiere usanza questa che si ripete anche durante la notte dell’ultimo dell’anno come buon auspicio; il falò di Santa Lucia; ma il quartiere vive la sua giornata più entusiasmante durante i festeggiamenti del Carnevale con la festa della Radeca.
La tradizionale più antica di Frosinone che gli abitanti del Giardino sono fieri di trasmettere alle generazioni future, una festa che non appartiene solo al rione ma all’intera città.
Dal rione si accede tramite via Giardino Bruno, alla fine della discesa ci troviamo davanti la chiesa di Santa Elisabetta con ai lati due diramazioni che portano da vicoli dove puoi ancora trovare le signore che parlano fuori dall’uscio di casa o da finestra a finestra.
Altra iniziativa importante realizzata dal rione riguarda la manifestazione estiva “Cantine Aperte” promossa dall’associazione culturale il “Giardino” che tutela il patrimonio artistico e culturale di questo angolo città.
Quello che maggiormente colpisce del rione Giardino è il forte legame di appartenenza e il senso di comunità che pervade l’atmosfera di questi caratteristici vicoli dove anche le persone sole non lo sono mai, perché al rione Giardino nessuno è anonimo.
di Annamaria Botticelli