A conclusione della iniziativa presso il I comprensivo di Frosinone, l’on. Pietro Grasso - già presidente del Senato della Repubblica, magistrato, procuratore della Repubblica di Palermo, capo della direzione nazionale antimafia – ha incontrato il Sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli presso il Palazzo comunale. L’incontro ha previsto anche una visita guidata al “tesoro della città”, all’interno della sezione romana del museo archeologico, allestita nel caveau di Palazzo Munari, in cui fanno mostra di sé i beni della fase repubblicana e imperiale e le collezioni numismatiche. Durante il suo percorso tra i reperti e le testimonianze del nostro passato, illustrate dalla direttrice del Museo Maria Teresa Onorati, il Presidente ha dimostrato un vivo interesse per il patrimonio culturale custodito dalla città.
“È stato motivo di orgoglio oltre che una grande emozione partecipare all’iniziativa organizzata dal I comprensivo, che ha permesso ai ragazzi di incontrare e dialogare con una figura di grande spessore e autorevolezza quale è quella dell’on. Grasso – ha dichiarato il Sindaco Mastrangeli - Un sincero plauso va rivolto alla dirigente scolastica prof.ssa Furlan, alla prof.ssa Protani, ai docenti e al personale non docente che hanno profuso grande impegno nell’organizzare questo evento. La presenza a Frosinone di Pietro Grasso ha costituito un'opportunità preziosa per riflettere su temi che toccano il cuore della nostra società: la legalità, l'etica e il senso di responsabilità civile. Oggi viviamo in un'epoca in cui le mafie hanno assunto nuove forme, infiltrandosi nell'economia e nel tessuto sociale anche lontano dalle aree tradizionalmente colpite. È fondamentale che le nuove generazioni comprendano che la legalità non è solo rispetto delle leggi, ma un impegno quotidiano a costruire una società più giusta e trasparente. Gli esempi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, così vivi nelle parole e nell'esperienza del dottor Grasso, ci ricordano che la lotta alla criminalità organizzata non è solo una battaglia di pochi, ma un dovere collettivo”.